“Colonia Italia” di Giovanni Fasanella e Mario José Cereghino è un libro che esplora l’influenza britannica sulla politica e sui media italiani nel corso del Novecento. Lo scopo: influenzare la vita politica ed economica del paese.
Basato su documenti declassificati del governo britannico (gli archivi di Kew Gardens a Londra), il libro sostiene che l’Italia sia stata oggetto di una strategia di controllo da parte del Regno Unito per gran parte del Novecento attraverso giornali, radio e televisione, diretta dall’Information Research Departement (IRD), un’agenzia segreta del Foreign Office britannico.
L’obiettivo principale di questa strategia era quello di contrastare la crescita e la diffusione capillare degli ideali comunisti per garantire l’appoggio – qualora richiesto – dell’asse del blocco occidentale all’Italia. Tra gli ostacoli messi sotto osservazione dell’IRD figuravano personaggi come Enrico Mattei e Aldo Moro. Il primo avrebbe osato sfidare il monopolio delle Sette Sorelle, cercando di attuare in Italia una politica di indipendenza energetica. Il secondo invece fu il promotore di un’apertura verso l’URSS con il celebre “compromesso storico”.
Per raggiungere questi obiettivi, l’IRD produceva del materiale propagandistico che veniva poi condiviso a una rete di giornalisti, di intellettuali, di editori e di politici.
Tra gli episodi più enigmatici c’è sicuramente quello su Indro Montanelli. Colonia Italia non ce lo presenta come un agente al soldo dei servizi segreti britannici, ma ci dimostra con delle prove schiaccianti come il suo nome sia presente nei documenti del Foreign Office tra i “referenti affidabili”; vale a dire fra i giornalisti i cui contenuti politici risultano gradevoli alla propaganda britannica. Infatti un cablogramma del 1962 lo cita esplicitamente, confermando il fatto che Londra seguiva con interesse la sua linea editoriale.
Il caso di Montanelli non è l’unico.
Anche il Corriere della Sera, la Stampa e il Giorno risultavano nella cerchia degli interlocutori privilegiati. Editorialisti e direttori venivano contattati con discrezione, affinché potessero integrare nei loro articoli il materiale ricevuto in privato. La rivista Il Mondo di Mario Pannunzio fu tra i primi canali culturali ad abbracciare i contenuti dell’IRD. Persino certi programmi radiofonici della RAI ricevevano numerosi suggerimenti “dall’estero” sui modi in cui trattare determinati argomenti di interesse nazionale.
Il libro documenta inoltre l’esistenza di rapporti – in apparenza invisibili – tra il mondo accademico e il progetto propagandistico dei britannici. Alcuni professori universitari ricevevano documentazioni e somme di denaro per scrivere saggi, partecipare a convegni o anche per supportare pubblicamente delle linee politiche molto favorevoli agli interessi economici degli anglosassoni.
Il volume mette in luce i meccanismi di influenza e ingerenza mediatica di una potenza straniera, tali da indurre gli autori a definire l’Italia vera “colonia culturale” d’oltremanica. Il libro giustifica un serio scetticismo sulle narrazioni storiche correnti sulla storia d’Italia e invita a più accorte ricerche storiche.