Narrativa italiana:
Terra Matta – Vincenzo Rabito
“questa; è; la; bella; vita; che; ho; fatto; il; sotto; scritto; rabito; vincenzo; nato; in; via; Corsica; a; chiaramonteQulfe; dallora; provincia; di; siraqusa; figlio; difu; salvatore; e e; di; qurriere; salvatrice; chilassa; 31; marzo; 1899; e; per; sventura; domiciliato; nella; via; tommaso; chiavola; la; sua; vita; fu; molto; travagliata; emolto; desprezata;
Più di milleduecento pagine scritte a macchina raccontano la vita di Vincenzo, bracciante da quando ha nove anni, soldato a diciassette, operaio e minatore in Germania, violentato da bambino e stupratore in guerra, sposo di una finta nobile, semianalfabeta e scrittore. Lo sforzo miracoloso di un racconto, fatica di dodici anni, vuole riscattare un’intera esistenza, capire quell’avventura che è stata il proprio passaggio sulla terra. Esce fuori un’epopea dove Vincenzo, scrittore di “cose” fa a pugni con le parole, dove il contenuto prevale sulla forma. Racconto a tratti esistenzialista a tratti tragicomico che ripercorrere una frenetica vita scandita dalla fatica manuale, l’esperienza delle guerre, e i tantissimi sacrifici fatti per garantire una vita migliore ai figli:
«perché io penzava che a causa di non essere mantato alla scuola perchè patre non ci naveva sono stato tante volte maletrattato dai desoneste che comanteno e offatto una vita troppo maletratata e quinte per questo devo per forzza fare studiare ai miei figlie e i miei figlie se vuole il dio la vita meschina che offatto io non ci la voglio fare fare»
Il colore del buio – Salvatore Borzì
Borzì, insegnante di lettere classiche al liceo Gulli e Pennisi di Acireale, mescola fantasia e realtà e narra la storia di due giovani innamorati e quella dell’insegnante di greco della ragazza: Ermocrate, un prof sui generis. Chi era costui? Un personaggio storico esistito realmente. Siceliota, politico e strategos, viene ricordato per la sua ars oratoria, infatti pronunciò diversi discorsi durante la spedizione ateniese in Sicilia; affinché gli indigeni siciliani si unissero per respingere il nemico comune: Atene.
Nel romanzo di Borzì, il personaggio storico diventa un professore che ha alle spalle lunghi trascorsi. Ama profondamente il mondo classico e i suoi studenti, con cui instaura un legame profondo. Le sagge parole del prof. Ermocrate sono la colonna portante del vortice amoroso che travolge il giovane protagonista e Margareth: «Perché l’amore nasce dalla visione dell’amato, non dall’indistinto, dall’incerto o dal vago di una chat. Per innamorarsi di qualcuno occorre prima conoscerlo, incontrarne mille volte lo sguardo, leggergli negli occhi il calore dell’anima, scontrarsi, litigare, sentire il cuore battere a mille ad ogni squillo di telefono, ad ogni istante prima di ogni incontro. Se no, rischi di innamorarti solo di un’ ombra, di un’ immagine, di un mito, che potrà deluderti quando diventerà carne, ossa, sangue.(…) E commetterai l’errore di prendertela col destino, con la sfiga che ti perseguita, anziché con la superficialità con cui ti sei illuso d’amore, cercato invano in un ombra, in un fantasma»
Il visconte dimezzato – Italo Calvino
Il libro racconta la storia del visconte Medardo di Terralba che colpito da una cannotata si ritrova diviso a metà. E così fa ritorno a casa un duplice visconte: il gramo e il buono. In questo racconto dall’aspetto fiabesco, Calvino ci invita a riflettere sul tema filosofico della natura umana tramite la dicotomia bene-male: e cioè che le due parti devono coesistere sempre, in quanto è solo quando vengono riunite le due metà che si ristabilisce l’equilibrio. È una metafora che ben si presta a riflessioni sulla condizioni giovanile odierna: “alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane”
Narrativa straniera:
L’eta dell’innocenza – Edith Wharton
Edith Wharton, grazie al suo libro, fu la prima donna a vincere il premio Pulitzer.
L’autrice non si risparmia nel criticare apertamente l’ipocrisia dell’alta borghesia newyorkese dei primi anni 20. Un mondo cristallizzato dove anche lavorare è recitare, la società spinge nell’appiattire le identità individuali a fronte di una grande identità di massa che spersonalizza i più. L’amore diventa un pretesto per legare affari tra i membri dell’alta cerchia. Il protagonista si affanna a combattere il dissidio interiore che lo scinde tra la volontà di emanciparsi da quella società e la consapevolezza di una vita designata ad essere tale e quale a quella dei suoi superiori.
«La natura umana nella sua inesperienza non è né sincera né innocente, ma è colma delle simulazioni e delle protezioni erette da una scaltrezza istintiva. Inoltre si sentiva oppresso dalla creazione di questa purezza artificiosa, fabbricata con tanta furberia dalla congiura di madri, zie, nonne e antenate morte da tempo, in quanto si riteneva che fosse ciò che lui voleva, ciò a cui aveva diritto, affinché potesse esercitare il suo piacere di signore nel distruggerla come si fa con un pupazzo di neve.»
L’invenzione della solitudine – Paul Auster
Primo romanzo “autobiografico” dello scrittore americano, dove il confine tra fatti reali e romanzati si fa labile, con un grande interrogativo di fondo: quanto possiamo fidarci della nostra memoria?
Due parti
Ritratto di un uomo invisibile nel quale lo scrittore ripercorre la vita del padre, scoprendo un passato ombroso e pieno di illusioni. La narrazione in prima persona svolge un costante parallelismo tra il padre, ormai scomparso, e il protagonista divenuto genitore.
Paul ripercorre la vita del padre e ne ricostruisce l’infanzia per comprendere, attraverso la storia della sua famiglia, la storia della sua vita.
La seconda parte è molto più complessa: con un taglio eterogeneo e il cambio della narrazione a favore della terza persona, Auster cerca di ripercorrere il suo vissuto in maniera distaccata. Ripensa ad una frase di Pascal “Tutta l’infelicità degli uomini deriva da una sola cosa: dal non sapersene stare tranquilli in una stanza”. Sperimentare le infinite possibilità di uno spazio limitato – come una piccola stanza – diventa il fil rouge della parte finale. Personaggi che hanno sperimentato la solitudine come Anna Frank, Van Gogh, Holderlin e perfino Pinocchio, provano che l’immersione nella solitudine è un atto estremamente potente coraggioso.
«In sé le cose non significano nulla, come gli utensili da cucina di una civiltà scomparsa; e tuttavia ci dicono qualcosa, imponendosi non in quanto oggetti, ma come avanzi del pensiero, della coscienza, emblemi di una solitudine ove l’uomo giunge a prendere le decisioni personali; se tingersi i capelli oppure no, se indossare l’una o l’altra camicia, se vivere o morire. E la futilità di tutto questo quando arriva la morte»
Saggistica:
Diario degli anni difficili. Con le donne ieri, oggi e domani – Dacia Maraini
L’opera di Dacia Maraini ci guida in una raccolta di editoriali sulla condizione sociale, economica e culturale della donna, esaminata in un quadro generale e specifico allo stesso tempo: una condizione di oppressione introiettata, considerata naturale in un mondo patriarcale, fin dalle espressioni linguistiche. Si leggono storie di donne segregate, violentate, uccise, mettendo in evidenzia come il fulcro risiede nell’abitudine culturale che non tollera le spinte di autonomia, di decisione e di pensiero della donna, e che contagia come una terribile pestilenza.