“Io non ricordo neanche più la consistenza della pasta sfoglia, il suono che fa quando la metti in bocca e i denti la mordono e creano quella sinfonia. La sensazione della crema dolce a contatto con la lingua. Lo zucchero a velo che ti sporca la punta del naso. Il cornetto alla crema è il mio preferito. Per lo meno, lo è ancora nelcassetto dei ricordi delle mie papille gustative.”
Il romanzo traccia la vita di Greta, una giovane studentessa liceale che, già da qualche anno, vive nel vortice dell’anoressia. Era una bambina felice, circondata dall’amore di una famiglia numerosa. Una bambina che amava prendere il gelato alla nocciola con suo padre, che mangiava i bordi della pizza insieme a suo fratello Leo di nascosto, solo per far arrabbiare la mamma, che rubava le focaccine a Cristina una volta tornata da scuola. Una bambina che sapeva dipingere il suo mondo a colori, fin quando qualcosa dentro di lei si spezzò. Greta frequenta l’ultimo anno del liceo e si domanda come mai il suo mondo adesso ha un filtro bianco e nero. Un po’ come se un vento fortissimo e improvviso abbia spazzato via tutto. La Greta di prima non c’è più e i tentativi della sua famiglia di riportarla in superficie falliscono, uno dopo l’altro. La storia si snoda attraverso la sua graduale perdita di peso, fino ad arrivare al punto più basso della malattia: l’amenorrea. Una ad una, le mine che Greta ha piantato, scoppiano tutte e una volta esplosa la prima non si torna più indietro.
E forse sarà proprio questo a destarla dal suo sonno. Ma più di tutto sarà la partenza improvvisa di Leo, la rabbia di Cristina, le persone che conoscerà alla terapia di gruppo: molliche di pane che la ricondurranno verso casa. E forse, dopo continue salite e discese, quella bolla di sapone che tanto ama, troverà il coraggio di scoppiarla, facendo ritorno in un mondo che non ha affatto perso i suoi colori.
Questa storia nasce dall’urgenza di raccontare un’esperienza vissuta sulla mia pelle, la stessa di Greta. La sua storia vuole essere una carezza per tutte quelle persone che si sono sentite come lei.
Per chi ha pensato, almeno una volta, che bastasse solo scomparire per risolvere ogni cosa. Ed è una carezza anche per chi ha avuto l’arduo compito di fare da spettatore, perché per una persona che non vuole uscire dalla sua bolla, ce n’è un’altra che la sua l’ha appena scoppiata. Questa storia vuole urlare speranza affinché nessuno possa più credere di essere solo nel buio.
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