Il 10 febbraio dell’anno scorso i Rappresentanti del corso di laurea e di dipartimento pubblicavano un appello sui social: “Il Chiostro ha bisogno di noi”.
Denunciavano lo stato di degrado del Chiostro di Ponente e invitavano a una sua fruizione più rispettosa e accorta. Qui stampiamo parte del testo:
[…] ci dispiace essere venuti al corrente dell’improprio uso e del mancato rispetto di questo bene. Tra cicche di sigarette buttate a terra, caffè rovesciati sui marmi o, ancora peggio, piedi appoggiati sopra la cancellata e le panchine, cartacce e plastica abbandonate, panche rotte e lasciate fuori insieme ai tavoli che con la pioggia o con il sole possono rovinarsi, la bellezza di questo luogo è deturpata. /Questa noncuranza ha smosso la coscienza in primis nostra e della direzione e ci auguriamo anche di tutti e tutte coloro che, a vario titolo, fruiscono di tale bene. / La bellezza e la tutela vanno di pari passo all’uso e al rispetto. /Per questo, nella volontà di continuare a vivere i luoghi del Monastero, CI IMPEGNEREMO e vi chiediamo di IMPEGNARVI a RISPETTARE quel luogo in quanto nostro, in quanto del disum, in quanto di tutti e tutte. / I rappresentanti e le rappresentanti in Dipartimento e CdL del Disum”.
Dopo essere stato palestra, e poi lasciato all’incuria, ora è di nuovo bene fruibile a tutte le studentesse e gli studenti dell’Università (e a chiunque voglia passare del tempo al suo interno). Ad oggi il chiostro si configura come unico spazio in cui gli abitanti del Monastero possono esprimere le loro personalità nelle forme più disparate: tra i tavoli, non è raro imbattersi in studenti che si cimentano in disegni e dipinti, nella lettura di un libro. C’è chi suona la chitarra, chi canta. C’è anche chi immobile sta in silenzio. Non a caso il chiostro è il simbolo del nostro giornale. Uno spazio libero, aperto, inclusivo. Un’idea del luogo che si scontra con la chiusura del suo gemello di Levante, chiuso e adibito a sala banchetti. Se mai anche il chiostro di Levante verrà chiuso, lo potremo rimpiangere solo impegnandoci ora affinché questo non avvenga.