Intervista alla maestra Giuseppa Vitanza
Recentemente mi è capitato di ascoltare alcuni insegnanti che rifiutavano categoricamente di lavorare in una qualsiasi scuola di Librino. Commenti che rischiano di generare una discriminazione, una situazione in cui, di fatto, ci sono bambini visti e percepiti come di serie B. Mi sono chiesta: se continuiamo a portarci dietro questo bagaglio di pregiudizi e convinzioni errate, potrà mai esistere un futuro per questi ragazzi? Allora ho deciso di intervistare Giuseppa Vitanza, docente a tempo indeterminato nell’istituto “V. Brancati” di Librino, nonché responsabile di plesso, referente alla salute, referente dei rapporti con la direzione pubblica istruzione di Catania e membro del consiglio di istituto.
Da quanto tempo lavora a Librino?
Da 21 anni per scelta, anche se ho la scuola a circa 500 m dalla mia abitazione.
Prima di entrare a far parte dell’istituto “V.Brancati” quali erano le sue impressioni sul quartiere?
Prima di iniziare a lavorare a Librino, e quindi conoscerlo direttamente, avevo anche io dei pregiudizi dovuti alle errate informazioni che circolano.
Secondo lei, qual è il ruolo della scuola per il contrasto alla criminalità giovanile? Crede che gli insegnanti possano fare qualcosa di concreto?
In generale, la scuola ha un ruolo fondamentale nella crescita degli alunni ed in particolare in questi quartieri con un alto tasso di criminalità.
La mia scuola combatte giornalmente la dispersione scolastica con attività extrascolastiche che mirano a togliere i ragazzi dalla strada, impegnandoli in attività didattico-educative. La criminalità giovanile viene contrastata con attività di legalità, come il consiglio comunale degli alunni, l’elezione annuale del sindaco e incontri di formazione con le forze dell’ordine. Altresì collabora attivamente con l’associazione LIBERA in tutte le iniziative proposte dove è fondamentale il coinvolgimento attivo degli studenti, dalla giornata dedicata alle vittime di mafia ai cortei contro la violenza sulle donne.
Esistono degli strumenti adeguati affinché possa essere insegnata la legalità?
Assolutamente sì, partendo dalle regole scolastiche, facendo comprendere i valori della convivenza civile, della collaborazione, e facendo crescere in ognuno di loro una propria autostima e consapevolezza delle proprie unicità rendendo ciascuno consapevole della propria unicità e quindi della propria diversità come valore aggiunto con l’obiettivo di evitare gli atti di bullismo e favorire l’aiuto reciproco.
Quali sono gli spazi dedicati ai giovani all’interno del quartiere? Qualcosa dovrebbe essere migliorata?
Pochi sono gli spazi all’interno del quartiere, dovrebbero esserci più palestre con i vari sport e centri di aggregazione. Tuttavia, già adesso, la struttura di rugby dei Briganti in via del Giaggiolo svolge un ruolo importante.
Qual è il modo migliore per poter abbattere ogni pregiudizio sul quartiere?
Venire a Librino e conoscere gli abitanti del quartiere, che sono persone meravigliose, che conoscono il rispetto e l’umiltà, oltre ad essere sempre disponibili gli uni per gli altri.
La maestra sottolinea anche l’importanza del progetto etico di Antonio Presti, cominciato nel 2009. Si tratta della realizzazione di un’opera museo di arte contemporanea dal nome “Porta della Bellezza”, che è proseguita nella “Porta delle Farfalle” e che ancora oggi continua. Tale opera, ha visto la collaborazione di scultori, poeti di fama nazionale ma soprattutto di tutti i bambini delle scuole del territorio che hanno creato tutte le tessere di questa grande opera di terracotta.