Voci minori

La voce di Nello, disagio giovanile e clientelismo

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La retorica utilizzata da sempre sul disagio giovanile ha stancato intere generazioni del passato e della nostra contemporaneità. Una retorica insopportabile, proposta da finti intellettuali, politici e imprenditori liberisti o cosiddetti liberali. I giovani in ogni epoca sono stati sempre criticati, non considerati all’altezza di prendersi delle responsabilità per una mancanza di esperienza. Ma io dico agli adulti, con tutta l’esperienza che hanno accumulato: come mai in ogni epoca non funziona nulla? Forse non è l’esperienza che porta avanti una società, ma l’avidità di potere e il possesso di ricchezza economica che influenza il comportamento degli adulti.

Io racconto sempre la mia esperienza di libraio che espone la sua bancarella di libri davanti alla Facoltà dei Benedettini. È da quindici anni che frequento questi giovani, che parlo e interagisco con loro: afferro i loro sentimenti, le aspettative che hanno sulla vita e sull’università. Studiano, si impegnano, partecipano, sono presenti. Però…

Il però è d’obbligo: hanno questo pensiero che li attanaglia, toglie loro forza, suscita in loro pensieri negativi. Questo cancro che travolge i giovani e i meno giovani e la società intera: il clientelismo.

Il clientelismo è la forma di governo da cui nascono tutte le disonestà, la corruzione, la concussione, l’immoralità, l’anti-eticità, la disonestà. Il clientelismo è figlio di quel fenomeno delinquenziale che si chiama mafia. Un giovane non può crescere, formarsi, con questo tipo di concetto, anche perché non si nasce delinquenti. I giovani sono genuini, hanno la mente fresca, sono gioiosi. Sono le scelte politiche di questi adulti che li trasformano, nel tempo. Quindi, cari giovani, siate voi il  nostro futuro. Agli adulti il futuro appare più corto- Siate contro il clientelismo, rifiutate questa forma di governo che i vostri padri, nonni o amicizie simili vi vogliono inculcare, perché a loro è stato inculcato questo concetto. Del resto, come diceva Vico, la storia ripete sempre gli stessi errori. Cercate di considerare questo modo di pensare. Marx diceva: «a ognuno secondo le proprie
capacità, a ognuno secondo i propri bisogni».

La maggior parte di questi adulti usa il termine ‘merito’ e non parla di ‘competenza’. Il merito ce l’hanno tutti: il merito di appartenere a una famiglia importante, di possedere ricchezza, di appartenere a una cerchia. Noi abbiamo bisogno di competenza e non di incompetenza e di clientelismo. Questo concetto clientelare fa scappare all’estero molti giovani che potrebbero essere impiegati nel nostro paese, perché ne abbiamo bisogno. La cosa paradossale, grottesca, un po’ kafkiana, è che questi giovani si formano qui, a spese delle nostre famiglie, e poi vanno a fare le faccende di casa in un altro paese.

Concludo con un monito rivolto agli adulti: non ostacolate i giovani, ma collaborate con loro. Voi avete l’esperienza, loro la freschezza mentale e la forza fisica. Solo collaborando avremo una società migliore e più equa.