Siamo tutti fieri del grande evento goliardico-sportivo che da ormai 20 anni è un appuntamento fisso della primavera catanese. Nessun altro evento universitario ha tanta partecipazione: 251 atleti per team, per un totale di 3.263 studenti-atleti pronti a sfidarsi nelle 41 discipline previste. Ed ancora circa 4.000 persone, tra studenti, tifosi, accompagnatori e membri dello staff organizzativo.
Un evento che insieme a Corri Catania, è tra le manifestazioni sportive più importanti della città. Non abbiamo avuto modo di verificare se è vero quello che a volte si dice sui social o si mormora nelle piazze: “il palio di Catania è il secondo evento sportivo universitario più grande d’Italia”. Resta in dubbio come altre convinzioni più o meno fondate su Catania: “città dei giovani 2025”, migliore città universitaria d’Italia” “Sant’Agata terza festa cattolica più grande del mondo”, che spesso ci ripetiamo dimenticando altri e più fondati primati: prima città per dispersione scolastica, per baby-mamme, ultima per vivibilità ambientale ecc…
Un giornale rispettabile come il nostro dovrebbe però anche ricordare altri importantissimi eventi sportivi che purtroppo troppo spesso rimangono ignoti ai più, e quando vengono resi pubblici suscitano inspiegabilmente reazioni scomposte e indignate da tutta Italia: le corse “clandestine” dei cavalli, in cui possiamo dirlo senza esitazione o dubbio, “Catania troneggia indiscussa”. Purtroppo -non capiamo perché- non tutti vogliono pregiarsi anche di questo merito: lo stesso primo cittadino ha dichiarato che si tratta di subcultura, che è uno spettacolo increscioso, che il vero volto di Catania è un altro ed è fatto di bravi cittadini. Perché tanta repulsione per un sì grande onore? Forse perché è la manifestazione della cultura di una parte della città che sì coesiste con l’altra -la Catania bene-, che sì è vicina all’altra, ma è sostanzialmente una Catania altra? Un punto di intersezione tra le due città non esiste: due Catanie estranee l’una all’altra, noi il palio, noi corricatania, loro pistole e motorini dietro cavalli veloci e sofferenti, noi musica nelle orecchie otturate da eirpoz, loro musica neomelodica, noi diplomati, laureati, loro no. Loro marginali, corpi estranei.