Disagio giovanile

Studente, troppo studente

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L’Università, luogo intensissimo di relazioni, esperienze, affanni, è bozzolo odiosamato che conserva ed evolve l’individuo in un arco temporale cruciale, durante il quale la Persona (in genere) comincia il percorso come giovane identità ancora in via di definizione per diventare corpo e mente adulta, ben orientata verso la definizione degli obiettivi. O almeno così s’immagina. 

Benché la vita, tutta, porti con sé sempre un grado complesso di imprevedibilità e orizzonti incogniti, talvolta, quella vissuta dallo studente che esce dal circuito universitario è una vera e propria crisi identitaria. L’Università, infatti, con la sua agenda precisa, gli step di apprendimento scanditi, le date d’esame, perviene a creare una routine assai abitudinaria, prevedibile, composta da un preciso equilibrio di aspettative e riconoscimenti. Il mondo dello studente, seppur talvolta sofferto, mantiene l’individuo sotto l’egida di uno status rassicurante, chiaro; insomma, l’Università fa patti chiari con chi vi entra dentro. 

Cosa succede, dunque, quando portando (o meno) a compimento un percorso di laurea lo studente si ritrova a perdere questa condizione — diciamocelo — privilegiata? Il mercato del lavoro di certo non agevola questa transizione: la laurea appena conseguita in certi casi è considerata inutile. Il periodo temporale che potremmo denominare post-laurea è a tutti gli effetti un rito di passaggio, una rottura, la necessità di immettersi in un cambiamento di sé e della propria percezione del mondo. Una ricerca pubblicata su Nature Biotechnology nel 2019 (volume 37, pp. 712–713) dimostra che in un campione di 2.279 studenti provenienti da 26 Paesi diversi si riscontra una percentuale del 41% di forme moderate di ansia e del 39% di depressione. Questa realtà esiste: è il momento di prenderne atto. Nel dottore, nella dottoressa non più matricola, si agitano gli stessi desideri, le stesse paure, le aspettative, anche se con configurazione diversa, più consapevole, a volte febbricitante, a volte disillusa.

Come affrontare questa crisi, se accade? Sicuramente in primo luogo ricordando l’etimo di questo stesso lemma: dal greco κρίσις, «scelta, decisione, distinzione». Ogni crisi ci invita a fermarci, arrestare il turbinio delle vane elucubrazioni, al fine di tritare i problemi, per i quali una scelta esiste sempre. Scelta dopo scelta, tu, studente, anche quando non lo sarai più, non smetterai di conoscere: e ti aprirai al mondo e il mondo si aprirà a te.