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I programmi nazionali a confronto

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Alcuni temi comuni: tasse, benessere psicologico, trasporti. Risposte, sensibilità e livelli di approfondimento diversi: più lunghi e precisi Udu e PdS, segue AU. PU breve e a volte vago.


Abbiamo rapidamente confrontato i programmi nazionali delle liste a cui appartengono i candidati di Unict. Per la sinistra l’Unione degli Universitari -UdU- (Gianfrancesco Pisa) e la Primavera degli Studenti -PdS- (Federica Cosentino), per la destra Azione Universitaria -AU- (Roberto Argenti) e Progetto Uniamoci -PU-(Lorenzo Gennaro).

Si tratta necessariamente di un esame veloce, forse semplicistico. Ma si è proceduto sine ira ac studio per fornire maggiore consapevolezza in vista delle elezioni.

Un primo dato macroscopico (ma parziale) per valutare i programmi sono le dimensioni: nell’ordine delle 5000 e 4000 parole i programmi delle liste di sinistra Udu e Pds (15 punti per le proposte), più breve quello di Azione: 3000 parole (con 10 punti). Scarno e molto sintetico (qualche slide su Instagram) quello del Progetto Uniamoci (6-7 punti)

Presenti a sinistra (UdU e PdS) i temi di PARITA’ DI GENERE e riconoscimento delle CARRIERE ALIAS (entrambi propongono sportelli antiviolenza, UdU: educazione affettiva e sessuale al consenso, PdS l’istituzione di borse stem rosa).
Lo stesso vale per il riferimento alla QUESTIONE PALESTINESE (UdU: borse di studio a studenti palestinesi, proposte analoghe da PdS che chiede sensibilizzazione su vicenda di Gaza, e include Ucraina, Iran etc). Sul tema non si esprime esplicitamente AU ma lo stop a “occupazioni abusive e deturpazioni degli spazi comuni” è un chiaro riferimento contro le occupazioni pro-pal dei mesi scorsi. In questo senso si parla di “visione distorta della democrazia” e di “atti di violenza”. 

Sul piano della DIDATTICA PdS si segnala per la proposta di una Biblioteca Digitale Nazionale che raccolga tutti i testi adottati nei corsi, e i materiali open access, l’UdU (ma anche PdS) per il riferimento al costo proibitivo (2500 euro) dei 60 CFU per accedere all’insegnamento e richiamo alla didattica asincrona per studenti lavoratori, caregiver e part-time. Su didattica AU si limita (abbastanza singolarmente) a Medicina e Chirurgia (maggiore pratica e pianificazione flessibile) e Giurisprudenza (laurea 4 anni + 1 -l’ultimo per tirocini e tesi, introduzione tirocini obbligatori).

Tutti fanno riferimento al tema della SALUTE e del BENESSERE PSICOLOGICO, avvertito come urgente. AU propone la carta sanitaria dello studente fuorisede e, come PdS, l’implemento dei servizi medici per i fuorisede. UdU, AU e PdS concordi nel chiedere che lo sportello di ascolto psicologico divenga diritto concreto degli studenti. Così anche sulla richiesta di flessibilità (sui calendari didattici, per accesso a riduzioni ed esoneri, per lavoratori e madri). PdS si esprime contro competizione tossica negli atenei e “modelli irrealistici”. Su tema salute AU propone definizione di standard nutrizionali minimi per le mense universitarie e accesso a piani didattici personalizzati per persone con patologie oggi non riconosciute. Il programma di PU si limita a: supporto di ascolto su salute mentale.

Tutti e quattro i programmi fanno riferimento alla questione ALLOGGI: chiedono implemento residenze universitarie sia UdU (istituzione di ente pubblico nazionale) che AU. Per UdU, AU e PdS necessario incrementare il Fondo per il contributo alloggio, aumentare la detrazione fiscale per le famiglie degli studenti che pagano l’affitto e (come per PU) ridurre le imposte a carico dei locatori. A sinistra (UdU e PdS che chiedono inserimento del diritto alla casa nella Costituzione) insistono sul contrasto agli affitti brevi (per uso turistico, come airbnb).

Su TASSE e DIRITTO ALLO STUDIO si esprimono tutti e quattro i programmi: UdU chiede una università gratuita, sostenuta unicamente dalla fiscalità generale; a partire da una No Tax Area (così anche PdS e sul taglio tasse anche PU) fino a ISEE di 30.000 euro. Anche PdS per un diritto allo studio universale, con istituzione di borsa di studio con copertura totale, e senza disparità tra regioni. Emerge nel programma di PdS la cognizione dei rischi delle disparità territoriali: si chiede una riforma del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), specialmente dei criteri di allocazione delle risorse in direzione redistributiva, per rafforzare le università del Sud. Si chiede anche definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) -questione cruciale per l’autonomia differenziata- per il diritto allo studio: lo scopo è evitare frammentazioni regionali e la compromissione dell’uguaglianza dell’istruzione. AU spinge per aumento del FFO e sul tema tasse chiede che il calcolo dei contributi non tenga conto della quota patrimoniale (spesso indice di ricchezza “fittizia”).

UdU, AU e PdS si esprimono sul tema SOSTENIBILITA’: si chiede transizione energetica e riduzione dell’impatto ambientale degli atenei. AU e PdS sostengono costituzione di Comunità energetiche rinnovabili e forme di sorveglianza -commissioni o manager- su sostenibilità. Similmente UdU, che chiede lo stop agli accordi tra università e aziende altamente inquinanti. PdS insiste sulla necessità di distributori gratuiti di acqua e eliminazione della plastica nelle mense universitarie. PU non si è espresso al riguardo.

Su TIROCINI PdS, UdU e PU chiedono retribuzioni adeguate e stop a tirocinio gratuito. Tutti si esprimono sul tema TRASPORTI, UdU: potenziamento del servizio pubblico, AU: sussidi per gli spostamenti degli studenti fuorisede, PdS: Abbonamento nazionale studenti calmierato e riforma dei trasporti regionali e interregionali, PU: istituzione tessera trasporti per gli studenti.

AU insiste più degli altri sul tema dello SPORT UNIVERSITARIO: più fondi a CUS e riconoscimento doppia carriera agli atleti. UdU fa riferimento alla LOTTA ALLA MAFIA e alla promozione della cultura della legalità e propone utilizzo e valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (così anche, quando si parla di alloggi, AU).

UNA NOTAZIONE A MARGINE. Al di là delle sensibilità politiche e dei posizionamenti ideologici un punto trasversale è il finanziamento del MUR. È chiaro che la consistenza e la praticabilità delle proposte dei programmi dipende fortemente dalla possibilità di una maggiore disponibilità economica. In questo senso sono forse proposte indiscernibili? Occorre ricordare che Azione è l’organizzazione universitaria di Fratelli d’Italia: nel programma si chiede a gran voce l’aumento al FFO ma è lecito interrogarsi sulla sua capacità di parlare davanti al ministero delle politiche di finanziamento agli atenei che l’attuale esecutivo porta avanti. La legge di Bilancio sotto il governo Meloni prevede 700 milioni di tagli nel prossimo triennio ai fondi del Ministero dell’Università e della Ricerca. Nella bozza del decreto per il Fondo di Finanziamento Ordinario del 2024 (poi modificata) la Conferenza dei rettori italiani (Crui) e i sindacati denunciavano un taglio di 500 milioni di euro. Va detto tuttavia che tagli all’università sono stati fatti negli ultimi anni da governi sia di destra sia di sinistra: ma nel caso di Azione Universitaria è lecito chiedersi se a prevalere sarà l’autonomia o la disciplina di partito: il gruppo ci tiene a precisare che in passato sono stati in grado di esprimere posizioni autonome, come nel caso della questione dei test di medicina. 

Qualcuno potrebbe notare, forse in maniera non del tutto peregrina, che i programmi esposti sui social da alcuni dei nostri candidati locali non hanno espresso del tutto la ricchezza e varietà di temi che i gruppi nazionali sono stati in grado di esprimere, a tal punto che ci sembra difficile che l’elettore catanese possa essere venuto a conoscenza di molte delle proposte delle liste. Forse è anche normale: i social stessi costringono a essere se non superficiali, quanto meno generici. 

Apprezzabili però le iniziative del candidato PU che ha pubblicato, pur senza discuterlo o approfondirlo l’intero programma. Programma pubblicato e discusso invece per il candidato UdU, che ha anche aggiunto temi non presenti nel documento nazionale, in particolare la già ricordata proposta sul finanziamento degli atenei che perdono iscritti.