Nelle 9 liste ammesse alla consultazione, sono 6 i candidati di UNICT.
Roberto Argenti, studente di Economia, è candidato con Azione Universitaria, la lista legata a Fratelli d’Italia che attualmente detiene 4 dei 28 seggi al CNSU. È stato rappresentante nel Nucleo di Valutazione di Ateneo e rappresentante presso il DSPS. Sui social pone l’accento sulla sua esperienza di rappresentanza. Ha detto che «È giunto il momento di riportare le Università del sud al centro dell’attenzione politica nazionale». Il suo impegno, sostiene, sarà volto a dare «voce agli studenti dell’Ateneo catanese e di tutto il distretto, affinché non siano più marginalizzati nelle decisioni che contano». Un post sul tema della salute psicologica, per cui chiede uno “sportello permanente garantito per legge, borse di tutorato per chi resta indietro e calendari più flessibili”.
Federica Cosentino, studentessa di Lingue, si candida con Primavera del Sud (1 seggio attuale al CNSU, 3 i seggi per Primavera degli studenti, del medesimo gruppo consiliare), già rappresentante al Senato Accademico con la Finestra. Sui social dichiara: «Niente proclami politici». Alcuni dei punti su cui insiste la sua campagna social sono le condizioni precarie delle mense e degli studentati, la richiesta di una soglia ISEE più alta per ottenere la borsa di studio; attenzione anche alla sicurezza delle città universitarie, per cui chiede un aumento di investimenti, e all’erasmus e all’internalizzazione degli atenei, per cui la lista propone un aumento dei corsi di studio erogati interamente in lingua inglese.
Lorenzo Gennaro, iscritto a Giurisprudenza, è il candidato di Uniamoci, progetto nato «per costruire insieme un’università più giusta, più vicina agli studenti e realmente accessibile». Sui social annuncia «impegno concreto, proposte realizzabili e dialogo costante» e la volontà di portare al centro «i veri bisogni degli studenti». Intende rappresentare «i tanti studenti che finito il liceo partono per andare a studiare fuori, tra sogno e rassegnazione», parla anche della necessità di colmare il «divario tra le università del sud e del nord, per portare innanzi al ministro i problemi e le preoccupazioni che tanti colleghi vivono» e di rendere il diritto allo studio «non solo formale ma rispettato e garantito».
Alessia Giglio e Francesca Grasso, Lettere e Sociologia, si candidano con il Fronte della Gioventù Comunista. Giglio si è espressa in particolare per la scissione degli accordi tra aziende belliche e università israeliane. Mentre Grasso si esprime in particolare contro i tagli alle università. Il programma del FGC nazionale intende essere «un programma radicale per abbattere un sistema che ha escluso centinaia di migliaia di giovani dagli studi universitari, che schiaccia i figli dei lavoratori iscritti negli atenei attraverso tasse sempre più alte e caro-affitti insostenibili».
Gianfrancesco Pisa, Giurisprudenza, è il candidato di UDU, l’Unione degli Universitari (9 seggi al consiglio). È l’unico finora ad avere presentato compiutamente un programma scritto “locale”, insieme a quello nazionale, nato dopo un’assemblea aperta di Koinè. Emergono alcuni punti: al centro è “la questione meridionale dell’Università italiana”, quindi il tema dell’emigrazione forzata: “oggi 1 studente meridionale su 4 studia fuori”. Propone quindi un aumento dei finanziamenti almeno del 20% per le università che perdono iscritti. Chiede che il supporto psicologico gratuito sia una voce fissa nei bilanci preventivi degli atenei, il finanziamento a livello nazionale di un servizio di assistenza psicologica connesso al servizio sanitario territoriale. Tra i punti «un diritto allo studio che sia vero universale e garantito per tutti», e un finanziamento stabile del Fondo Integrativo Statale (FIS) e «una copertura per tutti gli idonei fin dall’inizio dell’anno accademico». E una riforma dei criteri di accesso per le borse di studio, oltre a mense gratuite per gli studenti con ISEE inferiore ai 35.000 euro.